martedì 5 gennaio 2010

L'inclassificabile: ricordi di Stanislaw Lem.


Appena ora che sfioro i miei 30 anni mi sembra di iniziare a capire qualcosa (ma e' ancora un qualcosa di molto vago).
Leggendo le opere di Stanislaw Lem mi appare per un istante tutto piu' chiaro ed e' cosi che ripeto e ripeto ancora il viaggio...
Mi piace molto il "ricordando di Lem" ad opera di Pablo Capanna; ed e' per questo che trascrivo il suo affetto nelle parole da lui pronunciate:

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L'inclassificabile.
E' passato del tempo da quando i suoi libri non si trovano più in saldo e a nessuno interessa più rieditarli. Sono passati molti anni senza che ci arrivassero sue notizie, e la sua morte ci ha colto di sorpresa. Lem sembra essere così dimenticato che i giornali non si ricordano più nemmeno come si scrive il suo nome. Ho seguito Lem come lettore e critico per più di quarant'anni, vedendolo crescere fino a diventare Autore, inconfondibile e con la A maiuscola. Poco tempo fa mi sono perfino avventurato in una grande iniziativa in Spagna per rendergli un omaggio. A Barcellona c'è una rivista che si chiama Gigamesh (non Gilga-mesh, ma proprio Giga-mesh) che ha preso il suo nome da un celebre testo di Stanislaw Lem. Gli editori hanno dovuto organizzare un concorso perché i lettori più giovani si accorgessero della ricorrenza. Lem immaginò un irlandese che, per lo scandalo dei teorici, ha prodotto un testo molto più criptico dell'Ulisse di Joyce. Su questa base è nata un' orgia speculativa, un vero casino. Anni più tardi, lo scrittore Luis Goytisolo si unì al gioco. Quindi il sottoscritto è stato invitato ad aggiungersi, ed ecco nascere il libro. Una vera catena di Sant'Antonio, insomma, anche se più divertente di quelle che ci sono su Internet. Forse tra poco gli editori si decideranno a pubblicare tutto, a patto che qualche supplemento citi esplicitamente Lem. A questi livelli, quando è quasi impossibile delimitare ciò che si intende per fantascienza, se c'è una cosa sicura è che Lem fu prevalentemente uno scrittore mainstream. Bisogna avere forti pregiudizi sui generi letterari per relegare con tranquillità Lem sui banchi della fs. Partendo da un inizio poco più che promettente, Lem crebbe come autore fino a diventare inclassificabile e guadagnarsi un posto nella grande letteratura del Novecento. Ogni nuova rilettura della sua opera è un piacere intellettuale, un qualcosa che non accade spesso. Un altro grande, Arthur Koestler, osservò che Lem aveva saputo creare un suo proprio genere, senza chiederne il permesso ai teorici.

Lem il "prudente"
Lem è tra i grandi sopravvissuti del Novecento: è sopravvissuto al nazismo e allo stalinismo, all'URSS e all'esilio, e perfino alla globalizzazione. In un mondo in cui i filosofi si definiscono "lucidi", gli incendi "danteschi" e in molti amano il termine "kafkiano", proverò a definire Lem "prudente". Molti non saranno d'accordo, pensando ai suoi testi più deliranti. Lem ammirava Borges, e sotto le sue disquisizioni barocche esiste un metodo. Paradossalmente, la sua prudenza si aggancia sia al rigore scientifico, sia all'humor, che è il migliore antidoto al dogmatismo. Stanislaw Lem (1921-2006) nacque a Lvov(Ucraina) quando la città si chiamava Lemberg e apparteneva alla Polonia. Da bambino era solito inventarsi paesi immaginari, animali e oggetti impossibili. Un test scolastico lo segnalò come il bambino più intelligente della Polonia meridionale. Poiché la sua famiglia aveva una vaga origine ebraica, l'occupazione nazista la spogliò di ogni avere, ma comunque riuscirono a salvarsi la vita ottenendo documenti falsi. L'adolescente Stanislaw, che studiava medicina e lavorava come saldatore in una fabbrica di automobili, era abbastanza audace per svolgere attività clandestine, come aiutare i suoi amici partigiani a rubare armi dai depositi della Luftwaffe e a spedirle poi alla Resistenza. Dopo la guerra arrivò il regime comunista. I Lem si trasferirono a Cracovia, dove si adattarono a vivere in un monolocale. Stanislaw svolse diversi lavori, studiò medicina e lavorò a tempo perso come ostetrico. Da studente aveva già pubblicato poesie in una rivista cattolica e scriveva racconti in un periodico popolare. In seguito divenne ricercatore e studiò biologia. Più tardi si interessò di cibernetica, astrofisica, scienze sociali e molte altre cose. In quel periodo cominciò a scrivere novelle di fantascienza in stile sovietico. Una di queste, Il pianeta morto(1951), diventò un best-seller in URSS e nei Paesi del blocco comunista. Negli anni che seguirono al "disgelo" del 1956, poiché c'era più la libertà di muoversi, Lem produsse le sue opere più conosciute. Dallo pseudo-realismo didattico si spostò verso la satira nello stile di Jonathan Swift con il Diario delle Stelle(1976), gli irripetibili "racconti dei robot" di The Cyberiad(1965) e la saga del Pilota Pirx. Con Solaris (1961) si addentrò nella speculazione, senza rinunciare alla sua vena satirica. Da professore universitario viaggi? molto per assistere a congressi e conferenze. Questo gli permise di farsi conoscere in Europa e negli Stati Uniti, e soprattutto di scrivere la satira Il congresso di futurologia(1973). Era solito mantenersi lontano dall'ambiente della fantascienza, che detestava, e negli ultimi anni rinnegò addirittura il genere, che vedeva diluirsi nell'"entertainment". Nel 1984 scrisse che la fantascienza si era trasformata in una pattumiera di mediocrità scartate da ambienti più seri". Durante il governo del generale Jaruzelski Lem dovette andare in esilio in Austria e in Germania, e torn? in Polonia solo nel 1988. In un'intervista del 1990 si mostrò atterrito per l'imminente salto del suo Paese verso l'economia di mercato. La nuova versione cinematografica di Solaris curata da Soderbergh deve avere contribuito a deprimerlo.

Lem e i romanzi
La consacrazione come scrittore "colto" giunse a Lem quando Solaris di Andrei Tarkovski arrivò al cinema. La versione di Lem è diversa da quella del film che, pur essendo magistrale, prende la novella solo come pretesto; tant'è che Lem minacciò di citare in giudizio Tarkovski. Entrambi avevano le loro ragioni, entrambi erano geniali, ma appartenevano a specie differenti. Anni indietro, l'isolamento culturale del blocco sovietico aveva fatto fantasticare Lem sulla fantascienza nordamericana. Quando finalmente poté sperimentarla, si sentì defraudato e scrisse un famoso articolo in cui salvava soltanto P.K.Dick, definendolo un "visionario circondato da ciarlatani". Le critiche gli valsero l'espulsione dalla SFWA, l'associazione nordamericana degli scrittori di fantascienza, della quale era socio onorario. Dick, che aveva fama di scrittore di sinistra, in un inesplicabile attacco di follia, vot? a favore dell'estromissione. La sua tappa più brillante fu anche l'ultima; quella che si aprì con Memorie trovate in una vasca da bagno(1961) e culminò con la creazione di un nuovo genere: i prologhi, le recensioni e le critiche di libri che non aveva avuto il tempo di scrivere. Lasciando definitivamente la fantascienza allo stile Efremov che piaceva ai russi, Lem si addentrò nell'assurdo, nel surrealismo, nel grottesco e nella paranoia.

Lem e la scienza
Lem non fu solo romanziere ma anche un brillante saggista. Negli anni ottenne una cattedra universitaria in Futurologia a Cracovia, un posto molto ambito e tenuto in considerazione. Scrisse saggi importanti come L'arte fantastica e la futurologia(1970), Dialoghi(1957), Summa Technologiae (1964) e Filosofia della scelta (1968). Chi li ha letti dice che contengono i fondamenti teorici dei suoi romanzi. Era un intellettuale di enormi qualità e un infaticabile lettore di pubblicazioni scientifiche. Quando gli chiedevano del suo metodo di lavoro dava risposte piuttosto pittoresche. Era solito paragonarsi a una mucca. L'input della mucca è il pasto e l'output il latte, però, spiegava, nessuno trova residui del pasto della mucca nel suo latte. Come la mucca, Lem impastava la sua immaginazione con la scienza, ma solo per secernere un latte del tutto peculiare, la sua letteratura. Isaac Asimov leggeva tanto di suo, ma le informazioni che lui si limitava ad elaborare, Lem le metabolizzava. Leggendo febbrilmente come Asimov, Lem riusciva a mutare le informazioni in elementi utili per la sua letteratura. Produsse testi pieni di trappole, appellandosi alla complicità di lettori che forse non si sarebbero mai accostati a espedienti del genere, una letteratura più cerebrale che esistenziale, ma senza limitazioni generiche. Lem era capace di rendere romanzesco un saggio, di poetizzare la matematica, di addentrarsi nella metafisica con la scusa di una trama poliziesca e burlarsi così dei potenti del mondo, inclusi quelli che potevano esercitare il loro potere su di lui. Scrisse romanzi polizieschi come La febbre del fieno e L'inchiesta (1959) dove la fisica quantistica occupava il ruolo dell'intuizione del detective. Tra un'opera e l'altra, Lem passava lunghi periodi senza pubblicare, dedicandosi allo studio. Si giustificava con ragioni strane: diceva che la sua intelligenza era primitiva come quella della scimmia di Köhler, che prima di arrivare alle banane doveva rassegnarsi a impilare cassetti. Oppure, che la sua mente funzionava come il serbatoio dello sciacquone, che tarda un po' prima di riempirsi, dopo che qualcuno ha schiacciato il bottone. Qualcuno dirà che non c'è nulla di più soggetto all'obsolescenza della fantascienza "dura", visto il suo stretto legame con le scienza e l'informazione, che cambiano di giorno in giorno. Senza dubbio, invece, i romanzi di Lem, che un tempo si sarebbero qualificati come "hard sf", non invecchiano. Lem non spiegava, ma fantasticava, non rigurgitava informazioni, ma giocava con le parole. La tecnologia delle sue astronavi poteva essere sbagliata, ma quando parlava di "intellettronica" e "fantasmatica" non c'è dubbio che stava pensando a cose ben attuali come l'informatica e il virtuale.

Sui generis
Lem era scettico rispetto a uno dei grandi miti della fantascienza, che col tempo arrivò a ispirare progetti di investigazione scientifica: la ricerca del contatto con intelligenze extraterrestri. In una lunga serie di opere che comincia con Il pianeta morto(1951) e Eden (1959) - quando il tema apparteneva ancora al romanzo - e culmina più di trenta anni dopo con Il pianeta del silenzio (1986) - quando esisteva già il progetto SETI - Lem sostenne che il contatto era impossibile, considerando i cammini radicalmente diversi che l'evoluzione poteva avere preso. Nei suoi libri ci sono contatti, ma la comunicazione è impossibile. Lem sembra essere convinto che l'evoluzione in un certo momento lasci da parte la vita organica, riempiendo l'universo di macchine di Von Neumann. Intelligenze artificiali liberate dalle nostre limitazioni. I suoi robot pittoreschi e per certi altri versi così umani trattano con disprezzo gli esseri organici come noi, considerandoli come inferiori. Così ad esempio Lem fece parlare Golem XIV, il computer perfetto che alla fine aveva superato l'uomo. Con stile arcaizzante che a momenti imita Rousseau il Golem invitava gli umani ad arrendersi. L'intelligenza sintetica risultava essere agnostica: insegnava che l'evoluzione non è che un espediente del codice genetico per sopravvivere a un mondo di puro azzardo, come il "gene egoista" di Dawkins. Il Golem era "il messaggero delle cattive notizie, un angelo venuto per scacciarvi dalla vostra ultima roccaforte, per terminare l'opera che Darwin ha lasciato a metà".

Il trionfo del paradosso
Senza dubbio è nei suoi due libri meno classificabili, tra i quali Vuoto Assoluto (1974) che Lem raggiunge il culmine del barocco e dell'ingegno. Siamo di fronte a una recensione di un libro inesistente, scritta alla maniera di Borges, del quale Lem era un dichiarato ammiratore. Non disponendo di tempo per scrivere libri, Lem optava per l'essere cronista. Sfruttando le possibilità del genere, compila due raccolte di novelle embrionali e di trattati condensati, in cui chiede la complicità del lettore per burlarsi di tutte le vacche sacre, dall'astrofisica alla novella oggettivista. Nelle Memorie trovate in una vasca da bagno (1961) che definiva come una "farsa utopistica", Lem ha affrontato il problema - che un tempo si diceva metafisico - della naturalezza del mondo reale. Tuttavia, Lem incarnava quello stesso problema con il suo particolare stile paradossale. Reclutato da una grottesca Agenzia d'Intelligence, il suo protagonista finisce per trovarsi in situazioni paradossali solo per imparare che tutto si risolve in un messaggio cifrato, frutto di infinite riletture. Non ci sono fatti, insomma, ma solo interpretazioni di fatti. L'aspirante spia, che finora non ha potuto scoprire qual è la missione che gli è stata assegnata, comincia poco a poco a capire che l'Edificio, come il Castello di Kafka, simbolizza la totalità del mondo, e che il Testo che si nasconde dietro il codice è in effetti la Ragione e il Perché, ma è in ogni caso indecifrabile. Lem sospettava che l'universo fosse qualcosa di abbastanza grazioso. Ne La nuova cosmogonia, discorso che attribuiva a un Nobel immaginario, Lem spiega la filosofia a suo modo di vedere ludica dell'universo: il Cosmo è non-creato, ma ha paradossalmente dei Creatori. Le attuali leggi naturali, dice Lem, nascono dal conflitto tra diverse logiche e fisiche; leggi naturali che non sono altro che giochi minori in un più ampio gioco universale. Tutti i processi fisici sono intenzionali in quanto espressioni della volontà di alcuni Giocatori che muovono i loro pezzi. Tuttavia non sono costanti: le leggi fisiche possono cambiare, e lo stanno facendo, come dimostra l'asimmetria tra vita ed entropia. Siamo per Lem pezzi di un gioco cosmico che prima o poi finirà, dando origine ad altri giocatori e a un altro gioco, in quello che per Lem è un ritorno eterno. Insomma, in questo modo l'immaginazione di Lem affrontava, sfruttava e scartava questa e altre cosmogonie che altri svolgevano e illustravano con serietà totale. Un discorso, questo, che a ben vedere potrebbe essere un'altra provocazione. Forse l'opinione dello scettico Lem potrebbe trovarsi in questa parabola delle sue Fiabe per Robot: "- Che posso dirti? - rispose l'anziano.- Quanto ti ho detto non viene dalla scienza, poiché questa non si occupa di quegli aspetti dell'esistenza di cui capita di ridere. La scienza spiega il mondo, ma solo l'arte può conciliarsi con esso. Che sappiamo realmente della nascita del cosmo? E' possibile riempire un vuoto così estremo, ma solo con estrema fortuna, ricorrendo a miti e leggende. Con la mitologia desideravo soltanto tornare ai limiti dell'inverosimile, e mi sembra di esserci riuscito. Anche tu lo sai e ciò che desideri chiedermi è se il cosmo in effetti sia ridicolo. Ma a questa domanda ciascuno deve rispondersi da solo."

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Trovo molto azzeccata anch io l'ironia della parabola mossa in "Fiabe per Robot" che a mio riguardo potrebbe essere interpretata come la chiave di lettura dei "romanzi" di Lem.
Mi piace comunque aggiungere che il pensare di Lem del cosmo come uno scenario (terreno di gioco) per il non creato ad opera di creatori potrebbe trovare la risposta in noi umani come tali, voglio dire: non siamo forse noi gli artefici della nostra esistenza? Non siamo forse noi ad esserci limitati qui in questo mondo per poi (ri)scoprirci, non siamo forse noi gli stessi creatori del gioco?
"Solaris" e' una catapulta che attraverso nebulose dai colori e dalle forme piu' strabilianti ci proietta alla ricerca di noi stessi, di cio' che siamo e di cio' che cerchiamo. Alla ricerca di se stesso (introspezione di se) l'uomo scopre cio' di quanto piu' importante possa esistere, l' amore. Con questo l uomo scopre la verita su stesso (ma a caro prezzo). Lo strumento (l' amore) diventa anche la ragione di vita, di speranza.

Dal mensile "Letture", n. 632, dicembre 2006 (Stanislaw Lem) - a cura di Giuseppe Lippi

Un pensiero che ha del paradossale, una sfumatura quasi eretica, ma non del tutto: l'opera di Lem, partita dai "normali" romanzi fantascientifici negli anni Cinquanta, si e' trasformata in un viaggio in orbita attorno al motivo della conoscenza, fallace perche' limitata dalla natura della mente umana; ed e' approdata a sofisticate indagini sul futuro dell'umanita', l'esistenza di Dio e i confini della scienza.
Il brillante pensatore che l'ha creata, il filosofo con radici socialiste che non ha tradito il suo Paese neanche nei momenti piu' bui, e che tutto il mondo ricorda per un romanzo folgorante come Solaris, si e' spento a Cracovia il 27 marzo 2006. Lem lascia cosi' per l'ultima volta la citta' nella quale aveva vissuto per sessant'anni, con un'unica eccezione durante il regime del generale Jaruzelski, ma la lascia con gli onori. Come ha scritto il filosofo Pablo Capanna: "Lem e' tra i grandi sopravvissuti del Novecento: e' sopravvissuto al nazismo e allo stalinismo, all'Urss e all'esilio, perfino alla globalizzazione [...]. Come lettore e critico l'ho seguito per piu' di quarant'anni, vedendolo crescere fino a diventare Autore inconfondibile e con la A maiuscola. In un mondo in cui i filosofi si definiscono 'lucidi', gli incendi 'danteschi' e in molti amano il termine 'kafkiano', provero' a definire Lem 'prudente'. Molti non saranno d'accordo, pensando ai suoi testi piu' deliranti. Lem ammirava Borges, e sotto le sue disquisizioni barocche esiste un metodo.
Paradossalmente, la sua prudenza si aggancia sia al rigore scientifico, sia allo humour, che e' il migliore antidoto al dogmatismo".

Apostasia dei primi lavori
Stanislaw Lem e' nato il 12 settembre 1921 a Lwow (in italiano Leopoli, l'odierna Lviv, un tempo appartenente alla Polonia e oggi all'Ucraina). Da piccolo si divertiva a inventare paesi immaginari, animali e oggetti che non esistono. A scuola, un test lo segnala come il bambino piu' intelligente.
Benche' provenga dall'ambiente della buona borghesia, durante la seconda guerra mondiale dovra' interrompere gli studi e lavorare come meccanico in una fabbrica di automobili, perche' il regime nazista ha scoperto le lontane ascendenze ebraiche della famiglia e disposto il sequestro di tutti i beni.
Ma il giovane Stanislaw e' abbastanza audace e comincia a svolgere attivita' clandestine: aiuta i partigiani a rubare armi dai magazzini della Luftwaffe perche' siano inviate agli uomini della Resistenza. Dopo la guerra arriva il comunismo e i Lem si trasferiscono a Cracovia, dove si adatteranno a vivere in un monolocale. In questo periodo il futuro scrittore svolge diversi lavori, studia medicina (ricalcando le orme del padre) e lavora come ostetrico. Da studente aveva gia' pubblicato poesie in una rivista cattolica e scritto racconti per un periodico popolare.
I primi due romanzi escono rispettivamente nel 1946 e '48: Czlowiek z Marsa (lett. L'uomo di Marte) e Szpital przemienienia (lett. L'ospedale della trasfigurazione). Il secondo descrive l'esperienza di un medico in chiave filosofica ed e' gia' ricco degli interrogativi di fondo che percorreranno la sua opera: il problema etico in rapporto alla scienza e i limiti della conoscenza.
Nel 1951, abbandonata la professione medica, Lem si occupa di cibernetica e biologia, contribuendo a fondare le Accademie nazionali di astronautica e cibernetica. Dopo la pubblicazione del nuovo romanzo di fantascienza Il pianeta morto (Astronauci, 1951) e di alcuni disinvolti saggi scientifici, entra in conflitto con le autorita' di osservanza sovietica, in particolare con il presidente dell'Accademia di scienze agrarie dell'Urss, il biologo Trofim Lysenko, di cui non condivide le teorie. Il clima ideologico imposto dallo stalinismo scoraggia ogni tentativo di libera speculazione e Lem abbandona temporaneamente l'attivita' di scrittore. Per mantenersi s'impiega come assistente di laboratorio; qualche anno piu' tardi, morto Stalin e caduto in disgrazia Lysenko, Lem riprendera' la penna e potra' finalmente dare corso alla sua vena creativa.
A partire dal 1955, approfittando della relativa liberta' offerta a chi si esprime attraverso i racconti immaginari di avventure scientifiche, diviene scrittore a tempo pieno. In seguito manifestera' giudizi molto severi sulla propria produzione giovanile: "Ritengo che i miei primi romanzi fantascientifici non abbiano alcun valore (nonostante il fatto che, attraverso le loro numerose edizioni, abbia ottenuto notorieta' internazionale). Quando li ho scritti - ed e' senz'altro il caso di Astronauci - ero spinto da motivi che oggi ancora comprendo, ma che non riflettevano qualsivoglia esperienza della mia vita o del mio mondo. Nel libro tutto e' perfetto ed equilibrato; fra i protagonisti c'e' un personaggio russo positivo e uno cinese tanto carino; ogni pagina trasuda ingenuita'. La speranza che il mondo del 2000 sarebbe stato magnifico e' assolutamente infantile. Da giovane devo essere stato una specie di spugna che assorbiva qualunque postulato del socialismo. Ero deciso a fare del mondo un posto sempre piu' positivo. In un certo senso ingannavo me stesso, perche' quei sentimenti e quelle speranze erano genuini. Oggi sono lievemente disgustato da un libro come Astronauci".
Queste incertezze non minano la popolarita' dei libri successivi: La nube di Magellano (Oblok Magellana, 1955), Inwazja z Aldebarana (lett. Invasione da Aldebaran, 1959), il poliziesco fantastico L'indagine (Sledztwo, 1959), Gli esploratori dell'astro ignoto o Pianeta Eden (Eden, 1959), Ritorno dall'universo (Powrot z gwiazd, 1961). Sempre nel 1961 arriva Solaris e Lem imbocca una strada che gli cambiera' la vita. La conferma della sua posizione di preminenza a livello inventivo e stilistico e' assicurata, negli anni, da testi come L'invincibile (Niezwyciezony, 1964), Fiabe per robot (Bajki robotow, 1964), Cyberiade (Cyberiada, 1965), I viaggi del pilota Pirx (Opowiesci o pilocie Pirxie, 1968), in cui si parla di robot e delle macchine pensanti, Memorie di un viaggiatore spaziale (Dzienniki gwiazdowe, 1971) e Il congresso di futurologia (Kongres futurologiczny, 1973).

(... commento di Lippi su alcune opere)

Questi americani...
Consacrato, a partire dagli anni Sessanta, come il piu' celebre autore europeo di speculative fiction, Lem entra in contatto con i colleghi di tutto il mondo e in particolare americani. Per Lem, tuttavia, la fantascienza Usa e' un genere dozzinale e sacrificato alle esigenze di un mercato miope, infantile. Tra i pochi autori statunitensi che salva c'e' Philip Dick, che in uno dei saggi contenuti nella raccolta teorica Micromondi definisce "visionario tra i ciarlatani". Quando, nel 1969, Ursula K. Le Guin pubblica il romanzo La mano sinistra delle tenebre, vincitore del Premio Hugo nell'anno successivo, Lem l'attacca aspramente su basi scientifiche, sostenendo che una civilta' come quella immaginata da Le Guin, i cui membri cambiano sesso con il cambiare delle stagioni, e' inammissibile sia dal punto di vista biologico che psicologico, perche' una tale alternanza produrrebbe gravi squilibri d'ordine individuale e sociale. Il mondo ristretto della fantascienza professionale americana, che in un primo tempo aveva accolto Lem come un confratello tra le sue file, decide di espellerlo. A nulla valgono i buoni uffici di vari intermediari, mentre persino Philip K. Dick vota contro di lui, sanzionandone l'uscita dal gruppo
Sfwa (Science Fiction Writers of America). Per Lem, che della letteratura scientifica ha una visione spregiudicata, il mercato occidentale incoraggia lo svilimento di un genere potenzialmente "alto".

Da narratore a saggista
Ma al di la' della narrativa e del cinema, l'apporto di Stanislaw Lem alla speculazione teorica e' culminato in una serie di saggi e trattati scientifici. Il piu' famoso e' forse Summa Technologiae del 1964, in cui Lem espone le sue idee sulla direzione che prenderanno scienza e tecnologia, in un quadro dagli ampi orizzonti che ha la robustezza di un vero e proprio sistema filosofico. Col passare degli anni lo scrittore di Cracovia ha dedicato sempre meno tempo alla narrativa e sempre maggior interesse ai saggi e agli apologhi brevi, pubblicando numerosi testi di ricerca: oltre alla Summa gia' citata, bisogna ricordare Dialogi (lett. Dialoghi, 1957);
Wejscie na orbite (lett. Andare in orbita, 1962); Filozofia przypadku (lett. La filosofia degli incidenti, 1968), Rozprawy i szkice (lett. Considerazioni e schizzi, 1975); Sex Wars (1996); Tajemnica chinskiego pokoju (Lett. Il mistero della camera cinese, 1996); Dziury w calym (lett. Cercar problemi, 1997); Bomba megabitowa (lett. La bomba a megabyte, 1999); Okamgnienie (lett. Secondo spaccato, 2000); Swiat na krawedzi (lett. Il mondo sull'orlo del baratro, 2000). Alla fantascienza ha dedicato vari interventi, una selezione dei quali e' riunita nel volume americano Micromondi (Microworlds, 1985) preparato dall'allora agente letterario di Lem, lo specialista austriaco Franz Rottensteiner. Un'autobiografia intitolata Wysoki zamek
(lett. L'alto castello) era gia' apparsa nel 1966. Nel 1999 sono uscite le Rozmowy ze Stanislawem Lemem (lett. Conversazioni con S.L.).

Da noi un oblio immeritato
L'ultima fase della vita di Lem non e' stata meno ricca di avvenimenti della prima. Durante il governo del generale Jaruzelski, l'uomo che nel dicembre 1981 mettera' fuorilegge líorganizzazione libertaria Solidarnosc (con la scusa di evitare una possibile invasione sovietica), Lem e' costretto a lasciare la Polonia e ad andare in esilio in Austria e in Germania. Tornato in patria soltanto nel 1988, si e' ristabilito nella sua Cracovia dove e' scomparso il 27 marzo 2006.
Stanislaw Lem e' uno scrittore insufficientemente noto in Italia. La sua opera piu' famosa in campo narrativo, Solaris, e' stata ampiamente letta a partire dal 1973, quando ne e' apparsa la prima traduzione, ma Il congresso di futurologia, Memorie di un viaggiatore spaziale, I viaggi del pilota Pirx e Cyberiade sono conosciuti, oggi come oggi, solo da una minoranza di lettori colti. Per anni la sua opera e' rimasta frammentata tra varie case editrici e alcune collane specializzate in fantascienza, contribuendo a disorientare il pubblico. Solo recentemente un editore milanese ne ha acquisito i diritti e ha cominciato a rimediare a tutto questo, pubblicando organicamente opere come Cyberiade, Il congresso di futurologia, Fiabe per robot e altre.
Della grande produzione saggistica e teorica, quasi nulla e' stato tradotto: fa eccezione la raccolta di saggi Micromondi. Nonostante questa situazione, Stanislaw Lem e' un autore che ha meritato molte attenzioni, sia pure in ambiti specifici e a volte, per forza di cose, esclusivi. In Polonia e' una gloria nazionale, ma e' celebre anche in Germania, Francia, Inghilterra e Spagna, mentre in Russia e' stato un best seller. Negli Stati Uniti e' pubblicato da un editore letterario come Harcourt; in Italia e' stato studiato soprattutto dagli esperti di science fiction, ma oggi, grazie alle riedizioni dei romanzi principali e alla ripubblicazione di alcuni classici, la stampa ha ripreso a occuparsene e la notizia della morte ha causato
emozione ovunque. E benche' Lem sia indubbiamente un autore per lettori colti e non casuali, i suoi testi di fantascienza classica - Il pianeta morto, Eden, Solaris, L'invincibile, I viaggi del pilota Pirx - sono alla portata del pubblico generale, non specializzato. Solaris, in particolare, e' un libro ingannevolmente "facile", che puo' essere letto come un thriller senza che questo diminuisca minimamente il suo fascino. E' un libro per molti lettori, che vi scopriranno ciascuno il proprio romanzo su misura.

Un filosofo laureato in medicina
1921 Stanislaw Lem nasce a Lwow, l'odierna Lviv (Leopoli) in Ucraina. A quell'epoca la citta' apparteneva alla Polonia e Lem era figlio di un medico che veniva dall'agiata borghesia.
1940-41 Stanislaw finisce le scuole superiori e vorrebbe studiare filosofia, ma poi si iscrive a Medicina per seguire le orme paterne. Nella Polonia invasa dai nazisti, i Lem (che vantano ascendenze ebraiche) si vedono confiscare tutti i beni.
1942-45 Il giovane Stanislaw e' costretto a interrompere gli studi e a cercare lavoro in fabbrica. Durante questo periodo, collabora con la Resistenza antinazista.
1946 Finita la guerra, la famiglia si trasferisce a Cracovia. Qui Lem vivra' fino alla morte, con una sola parentesi negli anni Ottanta. A Cracovia si laurea in Medicina.
1951 Esce il suo primo romanzo, Astronauci (Il pianeta morto).
1955 Riprende a scrivere dopo una parentesi di qualche anno e pubblica Oblok Magellana (lett. La nube di Magellano). Da ora in poi sara' scrittore a tempo pieno.
1957-2000 Escono numerosi saggi, una parte della produzione di Lem quasi completamente sconosciuta nel nostro Paese: Dialogi (lett. Dialoghi, 1957);
Wejscie na orbite (lett. Andare in orbita, 1962); Filozofia przypadku (lett. La filosofia degli incidenti, 1968), Rozprawy i szkice (lett. Considerazioni e schizzi, 1975); Micromondi (Microworlds, 1985); Sex Wars (1996); Tajemnica chinskiego pokoju (Lett. Il mistero della camera cinese, 1996); Dziury w calym (lett. Cercar problemi, 1997); Bomba megabitowa (lett. La bomba a megabyte, 1999); Okamgnienie (lett. Secondo spaccato, 2000); Swiat na krawedzi (lett. Il mondo sull'orlo del baratro, 2000).
1959 Esce Eden (Gli esploratori dell'astro ignoto, noto anche come Eden e Pianeta Eden).
1960-2007 Numerosi sono i film tratti dalle opere narrative di Lem. Dal Pianeta morto e' stato ricavato Soyuz 111 terrore su Venere; dai Viaggi del pilota Pirx sono stati tratti un telefilm e un lungometraggio. Nel 1979 e' stato realizzato L'ospedale della trasfigurazione. Nel 1988 e' la volta di Vittime del cervello, nel '94 di Marianengraben. Nel 2002 arriva il rifacimento di Solaris con George Clooney. Nel 2003 lo scrittore ha interpretato se stesso in Polacy Polacy di Krzysztof Gieraltowski. Per il 2007, infine, e' annunciato One Human Minute di Pater Sparrow.
1961 Escono Solaris e Memorie trovate in una vasca da bagno (Pamietnik znaleziony w wannie).
1964 Esce la Summa Technologiae, il piu' celebre trattato filosofico-scientifico di Lem.
1964-73 Escono L'invincibile (Niezwyciezony, 1964), Fiabe per robot (Bajki robotow, 1964), Cyberiade (Cyberiada, 1965), I viaggi del pilota Pirx (Opowiesci o pilocie Pirxie, 1968), Memorie di un viaggiatore spaziale (Dzienniki gwiazdowe, 1971), Il congresso di futurologia (Kongres futurologiczny, 1973).
1966 Esce l'autobiografia Wysoki zamek (lett. L'alto castello).
1973 Andreij Tarkovskij dirige la prima versione cinematografica di Solaris.
L'autore minaccia di citare in giudizio il regista per i cambiamenti apportati al suo racconto. Il libro viene tradotto in italiano da Eva Bolzoni.
1981 Lascia la Polonia dopo l'instaurarsi del regime del generale Jaruzelski, che mette fuorilegge il sindacato di Lech Walesa, Solidarnosc.
1988 Lem fa ritorno in Polonia e si stabilisce nuovamente a Cracovia, dove restera' fino alla morte.
1999 Escono le Rozmowy ze Stanislawem Lemem (lett. Conversazioni con S.L.).
2000 Esce Swiat na krawedzi (lett. Il mondo sull'orlo del baratro), uno dei saggi piu' importanti.
2006 Il 27 marzo muore a Cracovia.

Solaris

(Solaris, 1961)



Incantevole, "vero". Così si presenta Solaris, senza mezze misure, arriva fin dentro il cuore. E' un sussulto di scoperte, di sentimento, di vibrazione e riflessione.
L'uomo cerca di usare la ragione per catalogare, per comunicare, per spiegare eventi della propria vita se non la vita stessa ma si perde inghiottito nella (sua) cecita' di questa ottusa pratica.
Debole, troppo fiero di se', praticante del controllo "totalitario", convinto di non dover ritornare sui propri passi, l' uomo impone il proprio pensiero come "metro di misura" verso il contatto.
E' l'amore a svegliarlo dal suo guscio di ottusita', dall'incredulita' e dall'inverosimile che troppo stupidamente giudica essere l'unica verita'.
In cerca del contatto, si, ma con troppa diffidenza e paura.
Ed e' allora che lo strumento "universale" (l' amore) lo porta a capire di vivere non una menzogna, non una punizione, non una beffa ma l'intimo contatto con un'intelligenza che azzardandosi gli pone dinanzi la necessita' prima e unica ragione di vita.
Diretto, affascinante a tal punto da non riuscire a distogliere il lettore (protagonista) dalla propria avventura nel viaggio alla scoperta di se'.
E scoperta la sua identita', la sua infinita incompletezza, l'uomo ripercorre l'antico dilemma...quel desiderio, quella cosa da sempre cercata e sempre sfuggita; l' Amore.